Insegnamenti di Salvatore Brizzi

29.02.2024

La Meccanicità

Ciò che sto per dirvi ha il sapore della fantascienza, ma in verità non lo è.

Si tratta della cruda realtà.

Quella in cui ci troviamo proprio adesso

- io mentre scrivo e voi mentre leggete -

è a tutti gli effetti una psico-prigione.

Film di fantascienza come Matrix, Nirvana e The Truman Show sono concepiti da qualcuno che ha avuto delle intuizioni circa la vera natura della nostra realtà.
In verità questo pianeta di per sé non sarebbe una prigione, bensì una vera e propria scuola dove le anime s'incarnano all'interno di apparati psicofisici - delle macchine biologiche - che vengono cambiate vita dopo vita, con lo scopo di apprendere ed evolvere. Il punto è che le macchine biologiche che ci costruiamo al momento della nascita e che ci ospitano per tutta la vita, sono soggette a dei meccanismi automatici di sopravvivenza che sfuggono al nostro controllo cosciente. Questo fa sì che quando ci incarniamo ne diventiamo automaticamente schiavi.
Ognuno di noi, quindi, viene in esistenza in un mondo che - pur essendo il percorso scolastico più valido presente in questo momento nell'Universo - possiede tutte le caratteristiche di uno psico-penitenziario, ossia un "carcere per la mente".

Esattamente come in una qualsiasi altra scuola, se acquisisci l'atteggiamento giusto hai la possibilità di imparare molte cose, ma se hai l'atteggiamento sbagliato ogni lezione diventa una tortura inflitta senza ragione e i professori diventano degli aguzzini.

Devi scegliere tu se vivere in una prigione o vivere in una scuola.
Nel momento in cui si iscrive a scuola, l'anima s'incarna in un apparato psicofisico e si identifica totalmente con questo mezzo biologico, e in modo particolare con la sua mente.

Da quel momento l'anima crede di essere la macchina e nulla più. Il problema è che l'apparato psicofisico è soggetto a una totale meccanicità, ossia non prende mai iniziative - anche se a un occhio poco attento potrebbe sembrare il contrario - ma si limita a rispondere meccanicamente agli stimoli che provengono dall'esterno oppure dall'interno della macchina stessa.

Non agisce, bensì re-agisce. Per questo motivo non è mai davvero libera. L'illusione che siamo noi ad agire - e non gli istinti, i bisogni e le paure della macchina - fa sì che quasi nessuno vada in cerca di un'uscita da questa situazione.
Odiamo meccanicamente e amiamo meccanicamente.

Fumiamo meccanicamente e non fumiamo meccanicamente.

Ci iscriviamo all'università meccanicamente e ci sposiamo meccanicamente.

Possiamo ottenere un cambiamento dentro di noi in direzione d'un risveglio, solo se ci sforziamo di amare qualcosa o qualcuno che prima odiavamo (da qui il Lavoro proposto da Gesù:

ama i tuoi nemici e prega per i tuoi persecutori),

oppure se fumiamo e ci sforziamo di smettere, se parliamo tanto e ci sforziamo di parlare poco.

Rompere le abitudini meccaniche è il modo più rapido per uscire dalla meccanicità della psico-prigione.

O almeno questo è il lavoro iniziale, dopodiché dovrà cominciare ad attivarsi il Cuore.


La situazione è resa ancora più complessa dal fatto che le nostre reazioni meccaniche traggono origine dalla genetica e dai condizionamenti ricevuti durante i nove mesi di gestazione trascorsi nella pancia della mamma e i primissimi anni di vita (non prendiamo al momento in considerazione le vite precedenti, le quali fanno sì che possediamo una determinata genetica e nasciamo in una certa famiglia).

Qui si creano il nostro carattere, le nostre paure, le nostre preferenze, ecc. Tutto ciò che poi troveremo così difficile andare a modificare, poiché nascosto in profondità nell'inconscio.


Avrete notato che non ho dato alcuna definizione né di risveglio né di meccanicità.

Non è necessario, in quanto possiamo comprendere cosa sono risveglio e meccanicità solo sforzandoci di uscire dalla meccanicità, il che ci permette di percepire "nella nostra carne" cosa significa diventare più svegli.


Provate a rompere la meccanicità.

Se private forzosamente la macchina d'una sua abitudine reagirà in maniera aggressiva: si va dal rinunciare al caffè la mattina, non prendere più l'ascensore, cambiare di posto tutta la biancheria che avete nei cassetti e gli accessori che si trovano in bagno, mangiare con la mano sinistra anziché con la destra (e viceversa), sforzarsi di bere almeno due litri di acqua al giorno, modificare la vostra postura quando siete seduti, modificare la vostra solita andatura quando camminate.

Fino a giungere a cose più radicali: cambiare alimentazione, trovare il tempo per camminare mezzora ogni giorno, smettere di bere alcolici, smettere di fumare, iscriversi in palestra, andare a convivere con il partner, oppure non giocare più d'azzardo online, non guardare più video pornografici, non leggere più articoli di gossip e inutili curiosità di cui è affollata la rete, ma costringersi a utilizzarla solo per precise necessità stabilite a priori.

Mettere in atto anche solo uno di questi cambiamenti, causa di norma una reazione violenta da parte dell'apparato psicofisico (di norma nervosismo e irritabilità, ma si può giungere anche a somatizzazioni come sfoghi sulla pelle, febbre, influenza).

State saggiando la resistenza delle sbarre della psico-prigione.

L'Identificazione

Quando s'incarna, l'anima fabbrica un determinato apparato psicofisico:

quello che meglio esprimerà le sue caratteristiche e che le consentirà di proseguire il suo percorso all'interno del pianeta-scuola, riprendendo il discorso dove lo aveva lasciato al termine dell'incarnazione precedente.

Lo fa scegliendo i suoi genitori (e quindi una certa genetica) e l'ambiente dove nascerà.
I primi anni della fanciullezza servono ad abbandonare progressivamente l'identificazione con l'anima in favore d'una sempre più completa identificazione con la macchina biologica (il corpo, le emozioni e, soprattutto, la mente).

L'identificazione con la mente - che le farà dimenticare del tutto la propria origine - le consentirà però di sviluppare la coscienza di sé, che non è possibile realizzare se non attraverso uno strumento duale come la mente umana e la sua appendice fisica, il cervello.


L'albero, il pesce rosso, il topo... (e alcuni autori televisivi) sono creature primitive che in realtà si trovano costantemente nell'Uno, per il semplice fatto che non se ne sono ancora completamente distaccate, tuttavia, non possedendo una mente duale, non possono divenire coscienti di sé.

Per cui, un albero e un pesce rosso, pur sembrando più in pace di un essere umano che si reca tutte le mattine in ufficio, in verità nella scala evolutiva occupano un gradino precedente al nostro.

Il fenomeno della coscienza, che ci fa dire «io esisto», deriva dall'identificazione con uno strumento duale, capace cioè di dividere tutto in due:esterno/internoio/gli altricaldo/freddoecc.
Dio - la Coscienza Assoluta - diviene cosciente di sé attraverso l'uomo.

Questa è la ragione evolutiva per cui esiste il pianeta-scuola, l'incarnazione delle anime individuali dentro macchine biologiche sempre differenti e, in ultima analisi, il perché dell'Universo stesso.


Quali sono invece gli aspetti negativi dell'identificazione?In un percorso evolutivo regolare l'essere umano, una volta diventato cosciente di esistere, in età matura dovrebbe riuscire a disidentificarsi dalla macchina biologica e identificarsi con la coscienza stessa, ossia l'anima. In una società normale, già nella fanciullezza si insegnerebbe ai bambini che questo è il loro compito, poiché non sono destinati a rimanere prigionieri di una macchina per tutta la vita.


Se l'essere umano riuscisse a sfruttare la sua permanenza nella macchina biologica per identificarsi con la sua stessa anima, al termine dell'incarnazione, egli oltrepasserebbe la soglia in piena consapevolezza.

Questa è l'immortalità di cui si tratta nel percorso magico-alchemico. Questo è ciò di cui parla Gesù quando dice: «In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte». Gv 8,51
Il punto è che tale slittamento del "centro di consapevolezza" dalla personalità all'anima, generalmente non si verifica, in quanto ciò che io sto scrivendo in queste dieci lezioni non viene di norma insegnato ai giovani nelle scuole, per cui essi credono che non ci sia uno scopo evolutivo per il loro esistere e divengono schiavi della "filosofia del caso".

Se un uomo non sa che è qui per un motivo e che la sua vita ha uno scopo, quell'uomo è destinato a soffrire profondamente, per quanto possa raggiungere un livello elevato di successo materiale.

Questa omissione educativa trasforma automaticamente il pianeta-scuola in uno psico-penitenziario che si percepisce come ingiusto e da cui è difficile evadere.


Tu crederai allora di essere il tuo corpo, le tue concezioni intellettuali, le tue idee politiche o contro la politica, le tue idee religiose o contro la religione, le tue opinioni su cosa può essere ritenuto socialmente accettabile oggi, ecc. Il risultato è che chi ha il potere di influenzare le macchine biologiche per mezzo dei media e dell'educazione scolastica... tiene in pugno anche le anime, proprio in quanto queste ultime credono, per l'appunto, di essere solo un apparato psicofisico nato per caso.

Se un subacqueo impazzisce e comincia a credere di essere la sua tuta da sub, quando io compro quella tuta e me la porto a casa... compro anche la persona che c'è dentro: il contenuto diventa il contenitore e il suo destino diventa il destino della tuta.


Così come si esce dalla meccanicità attraverso lo sforzo di combattere le vecchie abitudini e di crearne di nuove (vedi post precedente), si esce dall'identificazione con la macchina biologica per mezzo dell'auto-osservazione, la quale rappresenta l'elemento essenziale di tutto il lavoro su di sé. Parliamo della creazione di un »testimone« capace di osservare e annotare i comportamenti della macchina biologica nel corso della giornata.

Si comincia con il tenere un diario dettagliato che viene compilato la sera, indicando i comportamenti della macchina a livello fisico, emotivo e mentale.

Poi si passa al taccuino, che viene tenuto sempre in tasca e sul quale annotiamo, nei limiti del possibile anche sul posto di lavoro, i momenti più rilevanti che vive la macchina, in tempo reale; per poterlo poi rileggere la sera prima di andare a dormire. Infine appare il testimone vero e proprio, un osservatore costante di quanto accade momento per momento, direttamente nell'istante presente, e che non ha più bisogno di annotare nulla.


Per quanto vi riteniate evoluti spiritualmente e siate persone che meditano con costanza da decine di anni, vi prego di trovare in voi l'umiltà necessaria per cominciare questo percorso (una sorta di Spirituality for dummies) studiando e applicando le basi fondamentali che vi sto suggerendo.

Il lavoro su di sé può essere affiancato a qualunque altra pratica, qualunque movimento, tradizione o guru stiate seguendo.

Non potrete che trarne beneficio.

Ve ne sarò grato per sempre.


Legge D'Attrazione

La Legge d'Attrazione è una conseguenza della Legge di Risonanza (percepiamo solo ciò che è sulla nostra stessa frequenza, come una radio). Risuoniamo con certe vibrazioni e quindi attraiamo certe situazioni.

Se il nostro scopo è evadere dallo psico-penitenziario - cominciando a vederlo per quello che realmente è: un pianeta-scuola - allora è indispensabile conoscere questa importante legge e abituarci a tenerla in considerazione in ogni momento della nostra vita, in particolare quando viviamo eventi o conosciamo persone che hanno una grande influenza su di noi, sia in positivo che in negativo.


La Legge d'Attrazione dice che ogni persona che incontriamo e ogni evento che viviamo sono in qualche modo attratti da noi nella nostra vita. In pratica, in ogni istante della nostra vita ci accade esattamente ciò che noi, inconsciamente, vogliamo per la nostra crescita interiore, anche quando non ne comprendiamo il senso.


Che noi lo sappiamo o meno, la nostra anima, per potersi affrancare dalla schiavitù alla macchina biologica che la ospita, manipola la realtà che ci circonda affinché ci accadano tutti gli eventi necessari per compiere il nostro cammino di "ritorno a casa del Padre", l'identificazione con Dio.

Questo principio vale ovviamente anche per chi ci circonda, infatti la vita di ciascuno si incastra perfettamente con quella di tutti gli altri, all'interno di un puzzle cosmico perfetto.


Se avete compreso bene questa definizione, credo vi sia chiaro che la Legge d'Attrazione non ha nulla da spartire con l'utilizzo della volontà per ottenere i risultati che desideriamo.

È normale che i critici di tale legge non l'abbiano compresa (si critica più aspramente proprio ciò che meno si comprende), ma a quanto pare nemmeno chi la sostiene ne ha capito molto. Per cui, i primi criticano - e i secondi si sforzano di applicare - una loro versione personale di tale legge, che non funzionerà mai.


In verità la Legge d'Attrazione non ha bisogno di "essere applicata", in quanto si sta solo limitando a esporre la comune modalità di interazione fra le persone su questo pianeta-scuola: ognuno attira la situazione che gli serve in ogni istane della sua vita.

Cosa c'è da applicare? È così e basta, che vi piaccia o meno.


Che vantaggio ricavate dal rifiutare questa legge? Nessuno. Al contrario, se non iniziate a ragionare in questo modo, il pianeta-scuola si trasforma in un orrido psico-penitenziario, dove voi siete nati "a caso" e gli eventi vi accadono "a caso" (ammesso che questa espressione possa significare qualcosa da un punto di vista filosofico).
I problemi nascono quando volete cambiare il vostro futuro perché non vi piace il tipo di vita che state attirando in questo momento.

Qui nasce la confusione fra la vera Legge d'Attrazione e le filosofie del "crea la realtà che desideri".

Se la Legge d'Attrazione adesso vi è chiara, avrete realizzato che per cambiare qualcosa all'esterno, nel futuro, dovete cambiare qualcosa all'interno, ora. Se volete cambiare il film che vedete sullo schermo, dovete cambiare la pellicola che si trova dentro il proiettore.
Non è vero che tu puoi "fare le tue ordinazioni all'Universo" come si dice in molti libri sull'argomento.

Non è vero che se tu esprimi i tuoi desideri con sufficiente intensità e focalizzazione e ti sforzi di provare le belle emozioni che proveresti dopo la loro realizzazione, allora "l'Universo si attiverà per concretizzarli". Finché agisci nella sfera di emozioni e pensieri, resti nella sfera dell'apparato psicofisico, la macchina biologica che l'anima si è costruita per muoversi dentro la matrix.
Può essere che per un periodo limitato la cosa possa anche funzionare, perché, in effetti, leggere un buon numero di quei libri vi costringe a cambiare interiormente, almeno in una certa misura.

Ma se il cambiamento non si è radicato in profondità, ossia, se non avete stabilito un collegamento costante con la vostra anima - ciò che realmente siete al di là della macchina biologica - a lungo andare ricadrete nei vecchi meccanismi e resterete delusi.


Il risultato sarà che vi sentirete frustrati e vi schiererete con i denigratori della Legge d'Attrazione: «La Legge d'Attrazione non funziona, è tutto un carrozzone pubblicitario per creare giri di soldi, un'altra moda stravagante del momento, ma sotto non c'è nulla di concreto, solo venditori di fumo». Questo è un peccato, perché questa legge non solo è valida, ma è indispensabile per proseguire in un corretto percorso di evasione dalla prigione psichica.


Come funziona in realtà? Vi faccio un esempio.:

Se chiedo più abbondanza o chiedo di incontrare il mio amore, l'esistenza stessa si attiva affinché dentro di me avvengano quei cambiamenti necessari perché io attiri l'abbondanza o l'amore nella mia vita.

Per far accadere questi cambiamenti è indispensabile che io affronti determinati eventi - alcuni piacevoli, ma altri traumatici - con il fine di produrre la trasformazione necessaria.

Può quindi accadere che io chieda abbondanza e in risposta abbia una grossa perdita di denaro, può essere che chieda di incontrare il partner giusto e invece incontri qualcuno che m'inganna.

Questo non significa che la Legge d'Attrazione non funziona, bensì che agisce a un livello molto profondo. È l'inconscio, ossia la mia anima, a creare la realtà che mi circonda, non il mio involucro superficiale con i suoi desideri superficiali.

La personalità superficiale vuole cambiare qualcosa nella sua vita, ma lo vuole fare a modo suo, mentre l'anima sa che il mutamento deve essere profondo, talvolta doloroso, e non sempre la personalità è disposta a pagarne il prezzo.

La mia anima vuole che sia la mia percezione di cosa sono l'abbondanza e l'amore a cambiare, non unicamente le condizioni esterne.

Queste muteranno, ma solo come "effetto collaterale" d'un cambiamento interiore, il quale spesso avviene solo attraversando delle difficoltà.

Il Ciclo dell'Evoluzione

La Legge d'Attrazione è una conseguenza della Legge di Risonanza (percepiamo solo ciò che è sulla nostra stessa frequenza, come una radio). Risuoniamo con certe vibrazioni e quindi attraiamo certe situazioni.

Se il nostro scopo è evadere dallo psico-penitenziario - cominciando a vederlo per quello che realmente è: un pianeta-scuola - allora è indispensabile conoscere questa importante legge e abituarci a tenerla in considerazione in ogni momento della nostra vita, in particolare quando viviamo eventi o conosciamo persone che hanno una grande influenza su di noi, sia in positivo che in negativo.


La Legge d'Attrazione dice che ogni persona che incontriamo e ogni evento che viviamo sono in qualche modo attratti da noi nella nostra vita. In pratica, in ogni istante della nostra vita ci accade esattamente ciò che noi, inconsciamente, vogliamo per la nostra crescita interiore, anche quando non ne comprendiamo il senso.


Che noi lo sappiamo o meno, la nostra anima, per potersi affrancare dalla schiavitù alla macchina biologica che la ospita, manipola la realtà che ci circonda affinché ci accadano tutti gli eventi necessari per compiere il nostro cammino di "ritorno a casa del Padre", l'identificazione con Dio.

Questo principio vale ovviamente anche per chi ci circonda, infatti la vita di ciascuno si incastra perfettamente con quella di tutti gli altri, all'interno di un puzzle cosmico perfetto.


Se avete compreso bene questa definizione, credo vi sia chiaro che la Legge d'Attrazione non ha nulla da spartire con l'utilizzo della volontà per ottenere i risultati che desideriamo.

È normale che i critici di tale legge non l'abbiano compresa (si critica più aspramente proprio ciò che meno si comprende), ma a quanto pare nemmeno chi la sostiene ne ha capito molto. Per cui, i primi criticano - e i secondi si sforzano di applicare - una loro versione personale di tale legge, che non funzionerà mai.


In verità la Legge d'Attrazione non ha bisogno di "essere applicata", in quanto si sta solo limitando a esporre la comune modalità di interazione fra le persone su questo pianeta-scuola: ognuno attira la situazione che gli serve in ogni istane della sua vita.

Cosa c'è da applicare? È così e basta, che vi piaccia o meno.


Che vantaggio ricavate dal rifiutare questa legge? Nessuno. Al contrario, se non iniziate a ragionare in questo modo, il pianeta-scuola si trasforma in un orrido psico-penitenziario, dove voi siete nati "a caso" e gli eventi vi accadono "a caso" (ammesso che questa espressione possa significare qualcosa da un punto di vista filosofico).
I problemi nascono quando volete cambiare il vostro futuro perché non vi piace il tipo di vita che state attirando in questo momento.

Qui nasce la confusione fra la vera Legge d'Attrazione e le filosofie del "crea la realtà che desideri".

Se la Legge d'Attrazione adesso vi è chiara, avrete realizzato che per cambiare qualcosa all'esterno, nel futuro, dovete cambiare qualcosa all'interno, ora. Se volete cambiare il film che vedete sullo schermo, dovete cambiare la pellicola che si trova dentro il proiettore.
Non è vero che tu puoi "fare le tue ordinazioni all'Universo" come si dice in molti libri sull'argomento.

Non è vero che se tu esprimi i tuoi desideri con sufficiente intensità e focalizzazione e ti sforzi di provare le belle emozioni che proveresti dopo la loro realizzazione, allora "l'Universo si attiverà per concretizzarli". Finché agisci nella sfera di emozioni e pensieri, resti nella sfera dell'apparato psicofisico, la macchina biologica che l'anima si è costruita per muoversi dentro la matrix.
Può essere che per un periodo limitato la cosa possa anche funzionare, perché, in effetti, leggere un buon numero di quei libri vi costringe a cambiare interiormente, almeno in una certa misura.

Ma se il cambiamento non si è radicato in profondità, ossia, se non avete stabilito un collegamento costante con la vostra anima - ciò che realmente siete al di là della macchina biologica - a lungo andare ricadrete nei vecchi meccanismi e resterete delusi.


Il risultato sarà che vi sentirete frustrati e vi schiererete con i denigratori della Legge d'Attrazione: «La Legge d'Attrazione non funziona, è tutto un carrozzone pubblicitario per creare giri di soldi, un'altra moda stravagante del momento, ma sotto non c'è nulla di concreto, solo venditori di fumo». Questo è un peccato, perché questa legge non solo è valida, ma è indispensabile per proseguire in un corretto percorso di evasione dalla prigione psichica.


Come funziona in realtà? Vi faccio un esempio.:

Se chiedo più abbondanza o chiedo di incontrare il mio amore, l'esistenza stessa si attiva affinché dentro di me avvengano quei cambiamenti necessari perché io attiri l'abbondanza o l'amore nella mia vita.

Per far accadere questi cambiamenti è indispensabile che io affronti determinati eventi - alcuni piacevoli, ma altri traumatici - con il fine di produrre la trasformazione necessaria.

Può quindi accadere che io chieda abbondanza e in risposta abbia una grossa perdita di denaro, può essere che chieda di incontrare il partner giusto e invece incontri qualcuno che m'inganna.

Questo non significa che la Legge d'Attrazione non funziona, bensì che agisce a un livello molto profondo. È l'inconscio, ossia la mia anima, a creare la realtà che mi circonda, non il mio involucro superficiale con i suoi desideri superficiali.

La personalità superficiale vuole cambiare qualcosa nella sua vita, ma lo vuole fare a modo suo, mentre l'anima sa che il mutamento deve essere profondo, talvolta doloroso, e non sempre la personalità è disposta a pagarne il prezzo.

La mia anima vuole che sia la mia percezione di cosa sono l'abbondanza e l'amore a cambiare, non unicamente le condizioni esterne.

Queste muteranno, ma solo come "effetto collaterale" d'un cambiamento interiore, il quale spesso avviene solo attraversando delle difficoltà.

La Visione del CUORE

La Legge d'Attrazione è una conseguenza della Legge di Risonanza (percepiamo solo ciò che è sulla nostra stessa frequenza, come una radio). Risuoniamo con certe vibrazioni e quindi attraiamo certe situazioni.

Se il nostro scopo è evadere dallo psico-penitenziario - cominciando a vederlo per quello che realmente è: un pianeta-scuola - allora è indispensabile conoscere questa importante legge e abituarci a tenerla in considerazione in ogni momento della nostra vita, in particolare quando viviamo eventi o conosciamo persone che hanno una grande influenza su di noi, sia in positivo che in negativo.


La Legge d'Attrazione dice che ogni persona che incontriamo e ogni evento che viviamo sono in qualche modo attratti da noi nella nostra vita. In pratica, in ogni istante della nostra vita ci accade esattamente ciò che noi, inconsciamente, vogliamo per la nostra crescita interiore, anche quando non ne comprendiamo il senso.


Che noi lo sappiamo o meno, la nostra anima, per potersi affrancare dalla schiavitù alla macchina biologica che la ospita, manipola la realtà che ci circonda affinché ci accadano tutti gli eventi necessari per compiere il nostro cammino di "ritorno a casa del Padre", l'identificazione con Dio.

Questo principio vale ovviamente anche per chi ci circonda, infatti la vita di ciascuno si incastra perfettamente con quella di tutti gli altri, all'interno di un puzzle cosmico perfetto.


Se avete compreso bene questa definizione, credo vi sia chiaro che la Legge d'Attrazione non ha nulla da spartire con l'utilizzo della volontà per ottenere i risultati che desideriamo.

È normale che i critici di tale legge non l'abbiano compresa (si critica più aspramente proprio ciò che meno si comprende), ma a quanto pare nemmeno chi la sostiene ne ha capito molto. Per cui, i primi criticano - e i secondi si sforzano di applicare - una loro versione personale di tale legge, che non funzionerà mai.


In verità la Legge d'Attrazione non ha bisogno di "essere applicata", in quanto si sta solo limitando a esporre la comune modalità di interazione fra le persone su questo pianeta-scuola: ognuno attira la situazione che gli serve in ogni istane della sua vita.

Cosa c'è da applicare? È così e basta, che vi piaccia o meno.


Che vantaggio ricavate dal rifiutare questa legge? Nessuno. Al contrario, se non iniziate a ragionare in questo modo, il pianeta-scuola si trasforma in un orrido psico-penitenziario, dove voi siete nati "a caso" e gli eventi vi accadono "a caso" (ammesso che questa espressione possa significare qualcosa da un punto di vista filosofico).
I problemi nascono quando volete cambiare il vostro futuro perché non vi piace il tipo di vita che state attirando in questo momento.

Qui nasce la confusione fra la vera Legge d'Attrazione e le filosofie del "crea la realtà che desideri".

Se la Legge d'Attrazione adesso vi è chiara, avrete realizzato che per cambiare qualcosa all'esterno, nel futuro, dovete cambiare qualcosa all'interno, ora. Se volete cambiare il film che vedete sullo schermo, dovete cambiare la pellicola che si trova dentro il proiettore.
Non è vero che tu puoi "fare le tue ordinazioni all'Universo" come si dice in molti libri sull'argomento.

Non è vero che se tu esprimi i tuoi desideri con sufficiente intensità e focalizzazione e ti sforzi di provare le belle emozioni che proveresti dopo la loro realizzazione, allora "l'Universo si attiverà per concretizzarli". Finché agisci nella sfera di emozioni e pensieri, resti nella sfera dell'apparato psicofisico, la macchina biologica che l'anima si è costruita per muoversi dentro la matrix.
Può essere che per un periodo limitato la cosa possa anche funzionare, perché, in effetti, leggere un buon numero di quei libri vi costringe a cambiare interiormente, almeno in una certa misura.

Ma se il cambiamento non si è radicato in profondità, ossia, se non avete stabilito un collegamento costante con la vostra anima - ciò che realmente siete al di là della macchina biologica - a lungo andare ricadrete nei vecchi meccanismi e resterete delusi.


Il risultato sarà che vi sentirete frustrati e vi schiererete con i denigratori della Legge d'Attrazione: «La Legge d'Attrazione non funziona, è tutto un carrozzone pubblicitario per creare giri di soldi, un'altra moda stravagante del momento, ma sotto non c'è nulla di concreto, solo venditori di fumo». Questo è un peccato, perché questa legge non solo è valida, ma è indispensabile per proseguire in un corretto percorso di evasione dalla prigione psichica.


Come funziona in realtà? Vi faccio un esempio.:

Se chiedo più abbondanza o chiedo di incontrare il mio amore, l'esistenza stessa si attiva affinché dentro di me avvengano quei cambiamenti necessari perché io attiri l'abbondanza o l'amore nella mia vita.

Per far accadere questi cambiamenti è indispensabile che io affronti determinati eventi - alcuni piacevoli, ma altri traumatici - con il fine di produrre la trasformazione necessaria.

Può quindi accadere che io chieda abbondanza e in risposta abbia una grossa perdita di denaro, può essere che chieda di incontrare il partner giusto e invece incontri qualcuno che m'inganna.

Questo non significa che la Legge d'Attrazione non funziona, bensì che agisce a un livello molto profondo. È l'inconscio, ossia la mia anima, a creare la realtà che mi circonda, non il mio involucro superficiale con i suoi desideri superficiali.

La personalità superficiale vuole cambiare qualcosa nella sua vita, ma lo vuole fare a modo suo, mentre l'anima sa che il mutamento deve essere profondo, talvolta doloroso, e non sempre la personalità è disposta a pagarne il prezzo.

La mia anima vuole che sia la mia percezione di cosa sono l'abbondanza e l'amore a cambiare, non unicamente le condizioni esterne.

Queste muteranno, ma solo come "effetto collaterale" d'un cambiamento interiore, il quale spesso avviene solo attraversando delle difficoltà.

La Legge dello Specchio

La Legge dello Specchio recita: «La realtà è un nostro specchio».

È il principio più difficile da accettare per chi porta avanti un lavoro su di sé, tuttavia risulta estremamente importante se vogliamo onestamente crescere.


La Legge di Risonanza dice che ognuno di noi è un sistema vibratorio che, ovviamente, entra in risonanza con frequenze simili alle sue (è un po' il principio che regola le trasmissioni radio).

La Legge d'Attrazione dice che, proprio grazie alla Legge di Risonanza, attiriamo verso di noi le situazioni e le persone che riflettono ciò che siamo.

Infine la Legge dello Specchio ci dice qualcosa sul perché talvolta attraiamo situazioni che ci procurano fastidio e rabbia: attraiamo ciò che siamo profondamente, ossia le situazioni che riflettono il nostro inconscio, ma che spesso non vogliamo vedere.


La Legge dello Specchio infatti recita anche: «Quando qualcosa ci dà fastidio all'esterno, significa che quella cosa è nascosta dentro di noi». Lo so che può fare molto male al nostro orgoglio, ma d'altronde, se non accettiamo l'evidenza, ossia che il fastidio è un fenomeno mentale/emotivo che si verifica all'interno di noi - e quindi impegnandoci ne possiamo prendere il controllo - nessun lavoro di crescita interiore può avere successo a lungo termine.


L'uomo ordinario sottovaluta l'importanza della psicologia in generale e il concetto di inconscio in particolare. La realtà non è creata dal nostro volere cosciente, bensì da ciò che si nasconde nel nostro inconscio e che si trova lì sotto sin dai mesi in cui eravamo nella pancia della mamma. L'invisibile ci influenza decisamente più del visibile.

La realtà ci fa da specchio proprio perché riflette il contenuto del nostro inconscio. Più qualcosa è nascosto in profondità, meno ne siamo consapevoli, più ci dà fastidio quando lo vediamo negli altri. In pratica, ciò che ci dà più fastidio è proprio ciò che si nasconde più in profondità dentro di noi.
Capire perché qualcosa ci dà fastidio non è così semplice.

Per esempio, più o meno a tutti dà fastidio l'aggressività, perché più o meno tutti siamo degli aggressivi repressi. In questo caso l'equazione è semplice.

Ma se invece dovessi chiedervi perché vi dà fastidio chi ruba? In questo caso non dovete fermarvi all'apparenza, ma indagare a fondo il concetto che si trova alla base del fastidio.

Nell'esempio del furto, probabilmente si tratta del senso di attaccamento alle cose materiali, che accomuna il ladro e il derubato, oppure potrebbe trattarsi dell'attaccamento al senso di giustizia.

Per ognuno di noi, lo stesso fastidio può avere alla base delle origini differenti.
In ogni caso, non è così importante scoprire perché qualcosa o qualcuno ci dà fastidio, perché ci siamo ammalati o perché abbiamo avuto l'incidente.

Può accadere che lo scopriamo, ma può anche non accadere.

Nell'ambito del lavoro su di sé ci interessa soprattutto restare in uno stato di presenza mentre proviamo il fastidio.

Come ho già scritto nei miei libri, è fondamentale modificare lo stato interiore con cui affrontiamo il disagio, non scoprire la causa del disagio.
Restiamo in presenza e ripetiamoci le due frasi irrinunciabili di chi lavora su di sé:

«Sono io che sto inconsciamente creando questa situazione».

«Se avessi occhi per vedere la realtà, non starei così male».

Chi ha occhi per vedere - ossia, chi ha aperto il suo cuore - non prova più disagio come all'inizio, perché tocca con mano il fatto che la caratteristica che lo ha sempre infastidito, in verità era l'embrione di una magnifica qualità... che adesso finalmente sta sbocciando.

Allora vedrà quella nuova qualità sia in se stesso che negli altri, proprio come se avesse fabbricato un nuovo "senso sottile", un "senso dell'anima" che gli dischiude nuove possibilità di percezione della realtà.

Percepirà direttamente le anime anziché solo gli aspetti fisici e psicologici delle macchine biologiche, per cui abiterà un mondo che gli altri ancora non possono nemmeno ipotizzare. Questi sono gli "occhi per vedere" e a questo fenomeno si riferisce il Vangelo quando parla di "intendere con il Cuore".


ESERCIZIO SULLA LEGGE DELLO SPECCHIO
Fai un elenco delle cinque persone che ti danno più fastidio.

Puoi includere, parenti, conoscenti, alcuni aspetti di qualche amico che proprio non mandi giù... e poi i politici, i personaggi televisivi oppure intere categorie: i vigili, i giornalisti, quelli che non fanno la raccolta differenziata, quelli di destra, quelli di sinistra, i preti, i ricchi, i tossici, i guru, gli zingari, ecc.
Se non ti bastano cinque, arriva fino a dieci. In ogni caso ci interessano quelli che ti danno più fastidio.

Poi scrivi accanto a ogni persona il perché, o i perché, del tuo fastidio, provando a entrare il più possibile in profondità dentro di te, e iniziando sempre la frase con: «Mi dà fastidio (nome), perché richiama dentro di me... ... ...»

Esempi:

POLITICO NR. 1
- Perché secondo me fa il contrario di quello che dice di fare.
- Perché secondo me cerca di fregare gli altri.- Perché secondo me non ha rispetto degli altri.
POLITICO NR. 2
- Perché secondo me non è onesto.
- Perché secondo me è entrato in politica per i suoi interessi e non per aiutare gli altri.
- Perché secondo me ha troppi soldi.

PARENTE NR. 1
- Perché secondo me parla sempre lui e crede di sapere tutto.

PARENTE NR. 2
- Perché secondo me si avvicina sempre per piangere miseria e chiedere soldi.

PARENTE NR. 3
- Perché secondo me ha l'energia sessuale di una zoccola, non vedi come ti guarda?

PARENTE NR. 4
- Perché secondo me è pieno di rabbia e fuori controllo.

PARENTE NR. 5
- Perché secondo me è uno che non rispetta mai le regole sociali.
Adesso considerate tutte le risposte come un quadro di ciò che VOI in realtà - almeno inconsciamente - siete, senza alcuna eccezione.

Non importa che subito non siate d'accordo.

Questa è la dura realtà della Legge dello Specchio (dura lex, sed lex).
[L'argomento è approfondito nei mei testi: RISVEGLIO e OFFICINA ALKEMICA ]

Il Senso del GIUDIZIO

La Legge dello Specchio recita: «La realtà è un nostro specchio».

È il principio più difficile da accettare per chi porta avanti un lavoro su di sé, tuttavia risulta estremamente importante se vogliamo onestamente crescere.


La Legge di Risonanza dice che ognuno di noi è un sistema vibratorio che, ovviamente, entra in risonanza con frequenze simili alle sue (è un po' il principio che regola le trasmissioni radio).

La Legge d'Attrazione dice che, proprio grazie alla Legge di Risonanza, attiriamo verso di noi le situazioni e le persone che riflettono ciò che siamo.

Infine la Legge dello Specchio ci dice qualcosa sul perché talvolta attraiamo situazioni che ci procurano fastidio e rabbia: attraiamo ciò che siamo profondamente, ossia le situazioni che riflettono il nostro inconscio, ma che spesso non vogliamo vedere.


La Legge dello Specchio infatti recita anche: «Quando qualcosa ci dà fastidio all'esterno, significa che quella cosa è nascosta dentro di noi». Lo so che può fare molto male al nostro orgoglio, ma d'altronde, se non accettiamo l'evidenza, ossia che il fastidio è un fenomeno mentale/emotivo che si verifica all'interno di noi - e quindi impegnandoci ne possiamo prendere il controllo - nessun lavoro di crescita interiore può avere successo a lungo termine.


L'uomo ordinario sottovaluta l'importanza della psicologia in generale e il concetto di inconscio in particolare. La realtà non è creata dal nostro volere cosciente, bensì da ciò che si nasconde nel nostro inconscio e che si trova lì sotto sin dai mesi in cui eravamo nella pancia della mamma. L'invisibile ci influenza decisamente più del visibile.

La realtà ci fa da specchio proprio perché riflette il contenuto del nostro inconscio. Più qualcosa è nascosto in profondità, meno ne siamo consapevoli, più ci dà fastidio quando lo vediamo negli altri. In pratica, ciò che ci dà più fastidio è proprio ciò che si nasconde più in profondità dentro di noi.
Capire perché qualcosa ci dà fastidio non è così semplice.

Per esempio, più o meno a tutti dà fastidio l'aggressività, perché più o meno tutti siamo degli aggressivi repressi. In questo caso l'equazione è semplice.

Ma se invece dovessi chiedervi perché vi dà fastidio chi ruba? In questo caso non dovete fermarvi all'apparenza, ma indagare a fondo il concetto che si trova alla base del fastidio.

Nell'esempio del furto, probabilmente si tratta del senso di attaccamento alle cose materiali, che accomuna il ladro e il derubato, oppure potrebbe trattarsi dell'attaccamento al senso di giustizia.

Per ognuno di noi, lo stesso fastidio può avere alla base delle origini differenti.
In ogni caso, non è così importante scoprire perché qualcosa o qualcuno ci dà fastidio, perché ci siamo ammalati o perché abbiamo avuto l'incidente.

Può accadere che lo scopriamo, ma può anche non accadere.

Nell'ambito del lavoro su di sé ci interessa soprattutto restare in uno stato di presenza mentre proviamo il fastidio.

Come ho già scritto nei miei libri, è fondamentale modificare lo stato interiore con cui affrontiamo il disagio, non scoprire la causa del disagio.
Restiamo in presenza e ripetiamoci le due frasi irrinunciabili di chi lavora su di sé:

«Sono io che sto inconsciamente creando questa situazione».

«Se avessi occhi per vedere la realtà, non starei così male».

Chi ha occhi per vedere - ossia, chi ha aperto il suo cuore - non prova più disagio come all'inizio, perché tocca con mano il fatto che la caratteristica che lo ha sempre infastidito, in verità era l'embrione di una magnifica qualità... che adesso finalmente sta sbocciando.

Allora vedrà quella nuova qualità sia in se stesso che negli altri, proprio come se avesse fabbricato un nuovo "senso sottile", un "senso dell'anima" che gli dischiude nuove possibilità di percezione della realtà.

Percepirà direttamente le anime anziché solo gli aspetti fisici e psicologici delle macchine biologiche, per cui abiterà un mondo che gli altri ancora non possono nemmeno ipotizzare. Questi sono gli "occhi per vedere" e a questo fenomeno si riferisce il Vangelo quando parla di "intendere con il Cuore".


ESERCIZIO SULLA LEGGE DELLO SPECCHIO
Fai un elenco delle cinque persone che ti danno più fastidio.

Puoi includere, parenti, conoscenti, alcuni aspetti di qualche amico che proprio non mandi giù... e poi i politici, i personaggi televisivi oppure intere categorie: i vigili, i giornalisti, quelli che non fanno la raccolta differenziata, quelli di destra, quelli di sinistra, i preti, i ricchi, i tossici, i guru, gli zingari, ecc.
Se non ti bastano cinque, arriva fino a dieci. In ogni caso ci interessano quelli che ti danno più fastidio.

Poi scrivi accanto a ogni persona il perché, o i perché, del tuo fastidio, provando a entrare il più possibile in profondità dentro di te, e iniziando sempre la frase con: «Mi dà fastidio (nome), perché richiama dentro di me... ... ...»

Esempi:

POLITICO NR. 1
- Perché secondo me fa il contrario di quello che dice di fare.
- Perché secondo me cerca di fregare gli altri.- Perché secondo me non ha rispetto degli altri.
POLITICO NR. 2
- Perché secondo me non è onesto.
- Perché secondo me è entrato in politica per i suoi interessi e non per aiutare gli altri.
- Perché secondo me ha troppi soldi.

PARENTE NR. 1
- Perché secondo me parla sempre lui e crede di sapere tutto.

PARENTE NR. 2
- Perché secondo me si avvicina sempre per piangere miseria e chiedere soldi.

PARENTE NR. 3
- Perché secondo me ha l'energia sessuale di una zoccola, non vedi come ti guarda?

PARENTE NR. 4
- Perché secondo me è pieno di rabbia e fuori controllo.

PARENTE NR. 5
- Perché secondo me è uno che non rispetta mai le regole sociali.
Adesso considerate tutte le risposte come un quadro di ciò che VOI in realtà - almeno inconsciamente - siete, senza alcuna eccezione.

Non importa che subito non siate d'accordo.

Questa è la dura realtà della Legge dello Specchio (dura lex, sed lex).
[L'argomento è approfondito nei mei testi: RISVEGLIO e OFFICINA ALKEMICA ]

Trasmutazione Alchemica

Abbiamo detto nelle lezioni passate che l'evasione dal carcere non consiste in una fuga, cioè nello spostamento da un luogo a un altro, bensì nella creazione di nuovi "occhi per vedere", la cosiddetta apertura del Cuore, la quale consente un ribaltamento della nostra visione della realtà.

L'apertura del Cuore trasforma automaticamente la psico-prigione nella quale ci sembra di vivere, in un pianeta-scuola, che è la reale e originaria funzione della Terra.

Tale cambiamento di visione non riguarda unicamente un mutamento di pensiero, bensì la capacità di operare una trasmutazione alchemica all'interno della propria macchina biologica, affinché tale cambiamento sia effettivo e non solo pensato.

Esso viene provocato da due fattori che devono agire in maniera concomitante: presenza nel qui-e-ora e apertura del Cuore.


Ipotizzare che stiamo trascorrendo la nostra vita tra fastidi, preoccupazioni e ansie solo perché non siamo capaci di vedere il mondo autentico, sembra assurdo, e ci appare tanto più assurdo quanto più siamo presi nell'allucinazione e non riusciamo nemmeno a concepire un'esistenza fuori dallo stato di allucinazione. In effetti il lavoro su di sé è assurdo, è forse ciò che di più assurdo può essere concepito:

esso dice che il mondo è splendido in ogni suo aspetto e che non lo percepiamo come tale solo perché lo guardiamo attraverso l'organo sbagliato: la mente.

La mente è l'organo di percezione della personalità (la macchina biologica), mentre il Cuore è l'organo di percezione dell'anima.


Vedere il mondo in maniera mentale (giusto/sbagliato) genera delle emozioni negative all'interno della nostra macchina: rabbia, gelosia, ansia, ecc.

Tali emozioni sono quelle che ci rendono impossibile la vita e ci infognano maggiormente nell'identificazione con la macchina biologica.


Se, ad esempio, stiamo provando rabbia, ciò vuol dire che la nostra macchina è pervasa dalla sostanza della rabbia sul piano emotivo, ossia nel corpo astrale.

Al contempo si produrrà immaginazione negativa sul piano mentale (pensieri ossessivi riguardo una certa persona o situazione) e vari fenomeni a livello ormonale, circolatorio e muscolare sul piano fisico (pressione, battito cardiaco, contrazioni muscolari).

Se noi ci sforziamo di osservare tali manifestazioni imponendoci di restare presenti a noi stessi, nel qui-e-ora, ossia di "ricordarci di noi", creiamo una certa dose di attrito rispetto alle reazioni meccaniche della personalità, questo attrito, dovuto allo sforzo, produce un Fuoco che agisce sugli atomi sottili della sostanza emotiva che compone la rabbia, esso fa in modo che tali atomi si trasformino (attivazione della 5° e 6° spirilla) e si produca così una nuova sostanza che si cristallizza nel nuovo corpo in costruzione, il »corpo causale« o corpo dell'anima.

È probabile che al momento non sia chiaro a tutti ciò che ho scritto in queste righe, ma confido che molto presto - grazie alla pratica del lavoro su di sé - questi concetti saranno sempre più diffusi e diverranno comprensibili a molti.


Nel nuovo corpo che si viene progressivamente a cristallizzare, questa non sarà più rabbia, bensì una specifica emozione superiore che è risultata dalla trasmutazione alchemica della nostra rabbia.

Così come la personalità provava rancore quando si sentiva vittima di un'ingiustizia, allo stesso modo ora l'anima prova una nuova emozione superiore - qualcosa che concerne la compassione - di fronte allo stesso evento esterno, in quanto i suoi "nuovi sensi" sono in grado di cogliere il vero e non interpretano più come ingiusto quell'atto della vita.


In altre parole, per ogni manifestazione negativa che viene osservata coscientemente in stato di presenza, si provoca una piccola apertura del Cuore e si costruisce in tal modo una sorta di "senso sottile" appartenente al corpo dell'anima.

Essa lo utilizza come "occhio" per percepire nuovi aspetti di bellezza nel mondo e per provare nuove corrispondenti emozioni superiori.


Anche il piano mentale può venirci in aiuto. La personalità infatti reagisce con emozioni negative a certi eventi perché pensa: «Lui sta sbagliando, potrebbe comportarsi in un altro modo ma non lo fa. Questa situazione non è giusta! Perché è accaduta proprio a me e alla mia famiglia?» oppure pensa: «Io non sono all'altezza. Non sono capace. Non sono adatta. Così non vado bene. Sono sbagliata».


Mentre lavoriamo con la nostra inamovibile e instancabile presenza sulle manifestazioni emotive, possiamo lavorare anche sul piano mentale sostituendo questi modi di pensare con altri, più utili per il nostro lavoro:

«Se non sopporto una persona (compresa me stessa) o una situazione, quella persona e quella situazione non c'entrano. Il brutto e lo sbagliato fanno parte d'un mio difetto di percezione. La verità, sugli altri e su me stessa, mi può essere comunicata solo dalla visione del Cuore».


Il lavoro alchemico necessario a cristallizzare un nuovo corpo dentro di noi, di norma si protrae per anni, a volte per decenni.

Ma se non prendiamo la ferma decisione di cominciare subito... non finirà mai. E soprattutto chiediamoci: «Cos'abbiamo da perdere, se non le nostre catene?»


[L'argomento è approfondito nei miei testi: OFFICINAALKEMICA e LAPORTA DEL MAGO ]

Karma e Perdono

Premetto che non farò riferimento a ciò che ho letto su libri che hanno scritto altri - né moderni, né appartenenti alla cosiddetta tradizione - in quanto determinate nozioni ho potuto apprenderle attraverso l'esperienza diretta di progressiva identificazione con la mia anima.

A chi si stupisce voglio ricordare che tutti ci siamo reincarnati più e più volte, e ancora lo faremo, per cui sapere come funzionano determinati processi è solo una questione di memoria più o meno salda che permane tra una vita e quella successiva.

Tale memoria dipende dalla cristallizzazione (=fabbricazione alchemica) del »corpo di gloria«, anche detto »corpo causale«, ossia il corpo dell'anima.


Possono nascere dubbi sulla reincarnazione solo in chi ancora non ha cristallizzato un »corpo causale« e quindi non si è sufficientemente identificato con la sua anima (costruzione del corpo causale e identificazione con il principio che lo abita , l'anima, vanno di pari passo). Il "sentirsi anima" consente infatti di percepirsi in quanto esseri immortali che attraversano differenti incarnazioni lungo migliaia di anni.

La questione della reincarnazione non ha nulla da spartire con dimostrazioni logiche o scientifiche o con la trasmissione di insegnamenti tradizionali; consiste invece in una semplice verità che a un certo punto si manifesta come evidente e indubitabile in chi ha lavorato su di sé abbastanza a lungo.
L'anima esiste in ognuno di noi, ma di norma essa esiste solo in embrione.

Attraverso il lavoro su di sé letteralmente si "fabbrica" l'anima (si cristallizza) e allo stesso tempo la nostra coscienza si disidentifica dalla mente per identificarsi progressivamente con l'anima, man mano che essa viene costruita attraverso la presenza nel qui-e-ora e l'apertura del Cuore.

Di norma le persone credono che sia la loro attuale mente a reincarnarsi, invece è l'anima, l'essenza, a reincarnarsi in apparati psicofisici sempre differenti.


All'inizio del cammino evolutivo, nel corso delle prime incarnazioni, l'anima non si cristallizza in maniera volontaria, ma semplicemente come effetto delle situazioni difficili che è costretta a superare di vita in vita.

L'anima viene cioè fabbricata "per attrito", grazie alle difficoltà e alle sofferenze che la macchina biologica deve affrontare nella psico-prigione.

L'anima è come una resina che la personalità secerne quando viene spremuta.


Il karma si origina in quanto gli effetti di ciò che un'anima ha vissuto all'interno di un'incarnazione si trasferiscono a quella successiva.

Detto in altro modo: la qualità delle nostre reazioni agli eventi della vita creano un bagaglio positivo o negativo che portiamo con noi anche dopo la morte.

Questo significa che "qualcosa" di immortale si è già costruito e sopravvive alla morte del corpo fisico. Per cui, un individuo può star certo che a ogni incarnazione riprende il lavoro esattamente da dove lo aveva interrotto al termine della vita precedente.

L'anima non muore mai e le incarnazioni si sviluppano secondo un continuum molto simile all'alternarsi dei giorni nella nostra vita quotidiana (giorno, notte e poi un nuovo giorno).


Un uomo più evoluto decide invece di lavorare su di sé volontariamente al fine di cristallizzare in maniera definitiva il suo »corpo causale« e chiudere ogni sospeso karmico derivante dalle azioni delle vite precedenti.

Non si affida, cioè, all'evoluzione naturale, ma decide di accelerare i tempi.

Come si lavora in tal senso?

Gesù dice in maniera chiara: «In verità, in verità vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte». Gv 8,51La parola di Gesù indica sempre l'apertura del Cuore.

In teoria non è nulla di complicato, perché non concerne l'applicazione di alcuna tecnica occulta; infatti è sufficiente... perdonare i propri nemici. Il perdono rivolto a qualcuno che ci sta facendo qualcosa di male fa sì che venga bruciato il karma che ci tiene legati a quella persona o a quel luogo. Non importa che non sappiamo quali trascorsi karmici ci hanno condotto a incontrare questa persona in questa situazione, perché il perdono va offerto a priori.

Il perdono è il balsamo che guarisce e libera dalle catene del karma.

Nella pratica, come avrete intuito, non è così semplice come nella teoria. Perdonare è faticoso, in alcune occasioni quasi impossibile.

Il punto è che l'attrito interno che si crea nel tentativo di perdonare qualcuno, letteralmente fabbrica il »corpo causale«.

Questo ci consente di liberarci sia sul piano fisico che su quello astrale prima ancora di passare "dall'altra parte" al termine dell'incarnazione. Il perdono non è un atto morale, bensì un processo alchemico che ci libera definitivamente delle sbarre della psico-prigione.


Afferma San Paolo nella seconda lettera ai Corinzi: «Se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove» (2Cor 5, 17)


La parte mortale di noi vuole reagire, colpire, vendicarsi... mentre la parte immortale non si sente nemmeno offesa.

La nostra coscienza sta nel mezzo: talvolta pende da una parte, talvolta dall'altra. In ogni caso, ogni minuto che riusciamo a frapporre fra l'offesa e la nostra reazione è un mattoncino che va a costruire il palazzo dell'anima.


Detto questo, perdonare non significa "restare a guardare" di fronte alle nefandezze del mondo oppure diventare lo zerbino dei nostri aguzzini. Il perdono non ci impedisce di porre fine a una situazione o di far arrestare qualcuno.

Gesù con i mercanti che facevano i loro affari nel tempio non si è certo comportato da spettatore passivo, eppure vi assicuro che nel suo Cuore c'era solo amore.


[L'argomento è approfondito nei miei testi: RISVEGLIO e LAPORTA DEL MAGO]

L'Arte di OSSERVARSI

La pratica dell'auto-osservazione viene ampiamente sottovalutata e relegata ai "preliminari" del lavoro su di sé, quando invece è l'attività più difficile da apprendere.

L'auto-osservazione è al contempo l'inizio e la fine del lavoro su di sé.


Questo significa che si comincia con l'osservare quotidianamente i comportamenti della macchina biologica sui piani fisico, emotivo e mentale (annotandoli su un diario) e si finisce con l'identificarsi con Dio che osserva tutte le cose create dentro di sé. Stiamo parlando dello stesso processo che diventa sempre più profondo: si genera un osservatore, poi un centro di gravità permanente, poi un'anima... fino a identificare se stessi con il Sé, ossia l'Uno stesso, l'unico grande osservatore.


Le persone in generale non si osservano, nemmeno quelle che dicono di fare un lavoro su di sé. Conosco esperti di meditazione, terapeuti esseni, master reiki, dotti esoteristi... e tutti si vantano di essere su un percorso spirituale, ma in realtà ciò che manca a tutti è la volontà di osservarsi, di chiedersi:

«Perché sto agendo in questo modo? Perché sto dicendo questa frase? Che rapporto ho con il denaro? Che rapporto ho con il sesso?».

Sto parlando della volontà di guardare se stessi dal di fuori, con umiltà, con il fine di scorgere i propri meccanismi.

Ho visto "maestri" con centinaia di allievi incapaci di rilevare in se stessi un problema riguardo il denaro o la sessualità.

Problemi che, peraltro, con un'osservazione costante e prolungata si scioglierebbero nel giro di pochi anni o addirittura pochi mesi.


Una volta nati nell'ambiente della psico-prigione, diveniamo schiavi della nostra macchina biologica ed entriamo in uno stato ipnotico che ci costringe all'interno della "ruota del topo", quella del produci-consuma-crepa, inframmezzata unicamente dai momenti in cui ci dedichiamo all'attività riproduttiva.

Tale attività - uno sbuffare e sudare in posizioni scomode e ridicole - è stata concepita affinché nuove anime potessero nascere e restare anch'esse intrappolate nell'illusione, fornendo così una inesauribile fonte di energia alla struttura stessa della psico-prigione e a chi l'ha costruita.

Solo un cambiamento di paradigma ci permette di vedere la Terra come un pianeta-scuola.

Una realtà virtuale immersiva dove ogni evento non accade "a caso", ma serve a imparare qualcosa.

Solo questo mutamento di visione ci consente di evadere dallo psico-penitenziario.

L'evasione, ovviamente, non è prevista, per cui a chi intraprende questo cammino occorrono una buona dose di forza di volontà e una fede inscuotibile nella realtà che si nasconde dietro le apparenze.
Nello stato ipnotico, vivere pochi mesi o 90 anni non fa molta differenza, in quanto lo stato ipnotico può dirsi vita, ma non ancora "vita cosciente".

Una mente che ripete una serie di opinioni personali raccolte qua e là, un mucchio di emozioni sempre pronte a scattare e una buona dose di energia sessuale, nel loro complesso non costituiscono ancora un "essere cosciente".

La presenza - la coscienza di sé - in fondo non è necessaria a condurre una tranquilla vita ordinaria all'interno della prigione.

Utilizzando la mente, le emozioni e l'energia sessuale potete fare tutto ciò che fa un qualsiasi altro terrestre e nessuno sospetterà mai che siete addormentati, ossia che non siete davvero vivi. Come zombie fra altri zombie, finché restate come loro non date troppo nell'occhio.


La pratica di osservarsi non è attraente, perché non ha niente di esotico e orientale, non ha nulla da spartire né con il meditare, né con il far affluire "energie cosmiche" dentro di sé, né con il "canalizzare" qualcosa o qualcuno.

Osservarsi significa restare presenti a noi stessi mentre agiamo e parliamo, nella quotidianità. I primi anni ci si aiuta compilando un diario la sera prima di addormentarsi, poi l'osservazione diventa sempre più diretta, in tempo reale; diventiamo cioè capaci di "risvegliarci a noi stessi" proprio mentre siamo preda di qualche meccanismo.

Per esempio, ci sorprendiamo a dire una frase solo per difendere la nostra reputazione o far vedere che siamo intelligenti oppure solo per fare colpo su una persona con l'unico scopo di portarcela a letto. Se non ci osserviamo non possiamo renderci conto che dietro una frase o un atteggiamento si nascondono condizionamenti che fanno capo a nostra madre o a nostro padre o alla maestra di scuola.


Nell'auto-osservazione non è richiesto un nostro intervento con lo scopo di modificare ciò che stiamo dicendo o facendo.

Può accadere che ci sia una modificazione, ma può anche non accadere. In ogni caso la volontà va diretta verso l'interno - il restare presenti come testimoni coscienti - e non verso l'esterno, ossia nel tentativo di modificare qualcosa. Le modificazioni possono accadere, ma solo come effetto collaterale della nostra osservazione.

Per esempio, mentre osserviamo la rabbia non dobbiamo cercare di fermare la rabbia (il che sarebbe un esercizio specifico), dobbiamo solo sforzarci di restare presenti, senza farci seppellire totalmente dallo stato ipnotico indotto dall'emozione stessa. Tuttavia accade spesso che come "effetto collaterale non ricercato" della nostra osservazione, la rabbia si modifichi, aumentando oppure diminuendo di intensità.


L'auto-osservazione è il punto di partenza senza il quale nessun reale cambiamento può avvenire.

Non importa quale sentiero spirituale abbiamo intrapreso, perché se non cominciamo dallo sforzarci di restare presenti con lo scopo di osservarci, giorno dopo giorno, stiamo solo meditando o facendo reiki o qualunque altra cosa... sempre all'interno dello stato ipnotico.


Nell'osservare la nostra macchina biologica dobbiamo imparare a considerare tutto in maniera neutra. La macchina non fa cose giuste o cose sbagliate; la macchina è la macchina ed è fatta come è fatta. Il nostro compito è osservare, non giudicare.

Con il tempo dovremo imparare ad osservarci come ci osserverebbe Dio, con compassione anziché giudizio.

Con il tempo impareremo ad amare la macchina così com'è adesso, con tutti i suoi meccanismi, senza aspettare che cambi per essere degna del nostro amore.


[L'argomento è approfondito nei mei testi: RISVEGLIO e LAPORTA DEL MAGO ]

La Coppia SACRA

Quando la nostra esistenza viene consacrata al "servizio", anche il nostro modo di intendere il rapporto di coppia subisce una radicale trasformazione.


Il rapporto di sempre fra due persone, è argomento decisamente vasto che meriterebbe una trattazione a parte.

L'alchimista, maschio o femmina che sia, cerca nel partner un "compagnia di Via" che, oltre a suscitare in lui l'impeto amoroso, sia un valido collaboratore nella realizzazione dell'obbiettivo che entrambi decidono di attuare.


Che sia nel campo dell'arte, della guarigione o dell'insegnamento, così come in ogni altra sfera dell'attività umana, i due devono potersi sospingere a vicenda verso l'ottenimento di sempre più elevati propositi.


La vecchia idea di coppia, dove i due elementi si mantenevano pressochè isolati dall'ambiente esterno, limitando a vicenda le loro attività a causa di gelosie e insicurezze, deve scomparire dal nostro campo visivo.

Innanzitutto, l'amore in sé non provoca MAI sofferenza.

Se stiamo soffrendo è perchè oltre ad amare l'altra persona, vogliamo anche possederla. Nella misura in cui tentiamo di possedere un essere umano, soffriamo quando questo dedice di andarsene. E' una legge di natura!


E' imperativo spiegare alle nuove generazioni che è possibile amare qualcuno pur senza possederlo, evitando così l'inutile sofferenza dovuta a un suo eventuale allontanamento.


Fin da giovane età veniamo abituati ad associare l'amore al senso del possesso...così come a tutti i suoi derivati: la gelosia, la paura dell'abbandono, la rabbia per il tradimento, il desiderio di vendetta.

Al nostro interno avviene allora una spaccatura: una parte di noi vorrebbe abbandonarsi all'amore, un'altra invece resiste, perchè ha paura della sofferenza.

Siamo vittime di un gigantesco esperimento di schizofrenia applicata! Associare l'amore a queste manifestazioni negative è deleterio, perchè in tal modo confondiamo un'emozione superiore, un sentimento sublime proveniente dall'anima, con le "escrezioni" della macchina biologica, impegnata a monopolizzare e difendere il partner ripoduttivo.

Non è vero che soffriamo perchè non siamo amati dagli altri, bensì perchè NOI non amiamo abbastanza.

Questo significa che manifestiamo ancora delle difficoltà ad amare l'altra persona per quello che è, senza aspettarci alcun particolare comportamento da lei.

Non vogliamo capire che l'amore va dato gratuitamente, evitando di PRETENDERE qualsiasi cosa in cambio.

Non possiamo costringere qualcuno a ricambiare il nostro amore o a restare con noi tutta la vita.

L'Amore non mendica l'amore dagli altri, in quanto basta a se stesso.

Se è vero amore non cerca l'amore all'esterno.


Paradossalmente, proprio quando l'amore è disinteressato, incondizionato, libero...il rapporto di coppia diviene stabile e duraturo.

Quando invece lo fondiamo sul senso del possesso, il rapporto è sempre in pericolo, pervaso di ansia e insicurezza.


Non dobbiamo confondere l'assenza di possesso con il disinteresse verso il partner; così come il concetto di "libertà" all'interno della coppia non implica comportamenti sessuali dissoluti.

Non è certo attraverso la poligamia, o facendo sesso con un gran numero di partner, che dimostriamo di saper condurre un rapporto di coppia basato sull'amore incondizionato!!


Troppo spesso equipariamo il percorso di ricerca della "libertà'" condotto in coppia alla visione distorta di "coppia aperta" diffusasi in occidente tra gli anni sessanta e settanta.


La ricerca della libertà interiore e il "servizio" svolto in coppia sono gli aspetti più importanti di un sano lavoro di crescita a due.

La "coppia aperta" rappresenta invece una giustificazione per la nostra paura di metterci in gioco in un rapporto troppo coinvolgente, oppure una scusa per dare libero sfogo ai nostri desideri sessuali.LA COPPIA E' SACRA

Il concedersi a un solo partner è un atteggiamento SACRO!


Ma si accede a tale sacralità solo dopo che ogni istinto di gelosia e possesso è stato sradicato. Gelosia e senso del possesso NON FANNO PARTE DELL'AMORE.

In Alchimia esiste il concetto di "operazione a due vasi", dove i due "vasi" indicano gli elementi della coppia.

Si tratta di una "fusione alchemica" nella quale il maschio, simboleggiato dal Sole e dall'Oro, e la femmina, simboleggiata dalla Luna e dall'Argento, trovano l'unione perfetta, sia sul piano psicofisico che su quello animico.

Perchè tale fusione riesca, è necessario che i due si amino di un amore profondo ma incondizionato, passionale ma senza attaccamenti, e che procedano abbracciati nel perseguimento di un obbiettivo che li sovrasta entrambi.

Nella misura in cui permangono la paura di perdere il partner e il bisogno di avere qualcuno al proprio fianco per ottenere felicità, cioè in altre parole, nella misura in cui siamo ancora identificati con la personalità, non è possibile una completa FUSIONE FRA LE ANIME.

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